1 L'autore

DOI

10.34663/9783945561287-01

Citation

Nenci, Elio (2011). L’autore. In: Bernardino Baldi "In mechanica Aristotelis problemata exercitationes". Berlin: Max-Planck-Gesellschaft zur Förderung der Wissenschaften.

Bernardino Baldi nasce ad Urbino il 6 giugno 1553. Dopo aver appreso le lingue classiche passa a frequentare la cerchia delle persone che si riuniscono intorno al famoso matematico Federico Commandino.1 Commandino stava svolgendo da molti anni un programma di edizioni, in traduzione latina con relativo commento, delle più importanti opere matematiche dell'antichità, e lo stesso Baldi partecipò attivamente a questa impresa. Dice infatti nella vita del suo maestro parlando dell'accuratezza delle figure delle sue opere: “E ben poss'io notare questo fatto, poiché essendo io giovanetto et attendendo con molta dolcezza a questi studi, ne disegnai con molta pazienza grandissimo numero”.2 Ed ancora nel discorso posto avanti alla sua traduzione degli Automati di Erone:3

Così de le Spiritali come di queste scrisse Herone, e non è molto che Federico Commandino tradusse le Spiritali in latino e le illustrò di figure.4 Quelli poi che il medesimo Herone scrisse de le Semoventi se ne vengono fuori da le tenebre de l'antichità illustrati et illuminati da noi; essendo stati essortati et inanimiti a farlo dal medesimo Commandino.5

Studia dunque sotto la disciplina di Commandino per cinque anni dal 1570 al 1575, anche se di fatto non si tratta di cinque anni pieni, in quanto dal 1573 al 1575 egli si reca a Padova per studiare medicina. Ma qui, come afferma egli stesso in una sua opera inedita, invece di dedicarsi a questi studi frequenta con assiduità le lezioni di filosofia,6 e non disdegna quelle riguardanti le lettere classiche, diventando così stretto conoscente di Emanuel Margunios7 che in quell'ateneo le insegnava. Segue inoltre le lezioni di matematica di Pietro Catena,8 anche se con poco profitto come egli stesso afferma nella Cronica de' matematici:

Pietro Catena (1573) Padovano. Mentre io mi trovavo nello studio di Padova leggeva publicamente le matematiche, e da lui viddi esporre le Mechaniche d'Aristotile. Egli era vecchio e faceto di maniera, che spesso era piena la sua scuola di genti desiderose più di ridere che d'imparare. Non era huomo di profonda dottrina, e non ha dato fuori del suo che una semplice e picciola Sfera.9

La sua opera più importante composta in quei tempi è la traduzione dei già citati Automati di Erone, la quale allora era già finita come risulta dalla dedicatoria a Giacomo Contarini10 posta all'inizio del libro:

In fin da quel tempo che viveva la buona memoria di Federico Commandino, io tradussi dal greco questi due libretti di Herone delle Macchine se moventi con animo di mandargli in luce nel tempo che dal medesimo furono stampati gli Spiritali di questo stesso autore. Ma sopravenuto poi e distratto da molti altri negotii, et impedito anco da l'improvisa morte di lui, fui necessitato a lasciarli dormire.11

Subito dopo la morte di Commandino egli inizia a raccogliere le notizie di cui si servì poi per comporre le Vite de' matematici, e inoltre prosegue i suoi studi di matematica con il matematico pesarese Guidobaldo del Monte.12 Riesce nel frattempo (1580) a trovare una sistemazione definitiva presso la piccola corte di Guastalla, assunto da Ferrante Gonzaga,13 signore del luogo, con il titolo di matematico di corte. Nel 1582, secondo la testimonianza del suo primo biografo Fabrizio Scarloncino,14 Baldi compone un commentario sui Problemi Meccanici pseudoaristotelici.15 Questo testo sarà da lui studiato a più riprese, e criticamente commentato nelle Exercitationes che vengono qui ripubblicate.

Il periodo immediatamente successivo della sua vita è assai prolifico dal punto di vista letterario, oltre a due dialoghi compone infatti le sue due opere su Vitruvio.16 Dice egli nella vita dell'autore del De architectura:

Quanto a gli Scamilli impari,17 non teniamo che vi sia chi habbia toccato lo scopo; e perché noi, ultimi di tutti gli altri, ne habbiamo scritto un trattatello, nel quale confutiamo l'opinioni di tutti coloro che hanno scritto avanti a noi, non ne diciamo nulla, rimettendoci al giuditio che ne farà il mondo quando l'havrà veduto. Io mi posi anco ad un'altra fatica intorno a questo autore, spronatovi da' comandamenti di Vespasiano Gonzaga Duca di Sabbioneta,18 il quale si compiacque ch'io fossi seco ne la lettione di questo autore. L'opera era un Dittionario Vitruviano,19 nel quale si dichiaravano tutte le parole et i termini oscuri che sono in tutta la sua Architettura, il che facevo non molto difficilmente, per la cognitione de le lingue e de le cose, ne le quali fin da fanciullo io m'ero per natural inclinatione dilettato; e condussi l'opera infino al sesto libro, nel qual tempo mutata la proffessione, fu forza ch'io ponessi l'opera così imperfetta a dormire.20

Nel 1586 quindi, come egli stesso accenna nel sopracitato passo, Baldi viene creato abate di Guastalla, appoggiato in ciò da Ferrante Gonzaga che desiderava l'elevazione della chiesa guastallese ad abazia; e per portare a buon fine tale proposito il nostro autore si recò di persona a Roma. Tornato a Guastalla l'anno successivo inizia la stesura delle sue Vite de' matematici, come risulta dalle date che venivano da lui apposte alla fine di ogni biografia, infatti la vita di Commandino, che fu la prima ad essere scritta, porta la data del 22 novembre 1587. Veniamo inoltre a sapere da alcune lettere che Baldi ricopre il suo incarico di abate con particolare zelo, e viene più volte in contrasto con le autorità civili. Ma da questo momento in poi i suoi interessi si spostano sempre di più dagli argomenti scientifici verso lo studio delle lingue orientali e delle materie teologiche. Va comunque notato che sebbene egli non si interessasse più con continuità di questi studi, ebbe però più volte l'occasione di tornare su di essi, sia quando procurò che alcune sue opere fossero stampate, sia infine quando il figlio di Guidobaldo del Monte si rivolse a lui per la stampa delle opere inedite del padre. Scrive infatti Orazio del Monte21 in una sua lettera indirizzata al Baldi:

Il Signor Pier Matteo Giordani22 nostro pensa di mandarmi certi opuscoli di mio padre, acciò V. S. lor dia un'occhiata, perché penso metter fuori anca questi dopo che sarà finita la stampa presente degli Astronomici Problemi,23 dietro a' quali si attende continuamente, governandomi con il suo prudentissimo parere, che lodo esser meglio metter fuori questi Problemi, e poi la Coclea24 e gli opuscoli, e se altro vi resta di quel virtuoso Signore.25

Intanto nel 1596 Baldi si era recato nuovamente a Roma, dove fermatosi fino ai primi mesi del 1598, egli fu ospite del cardinale Cinzio Aldobrandini;26 nella corte del detto cardinale conobbe Giovan Battista Raimondi,27 buon matematico e studioso della lingua araba, con il quale il nostro si mise a studiare la detta lingua. Nascono infatti in questo periodo i suoi interessi per alcune opere arabe, che sfociarono poi nella traduzione di una grossa opera geografica. Nei primi anni del 1600 Baldi cerca di far pubblicare alcune sue opere letterarie, ma solo una parte di queste sarà stampata a Pavia e a Parma. Si era intanto avvicinato a Francesco Maria II duca d'Urbino,28 ricevendo da lui l'incarico di comporre la vita di Federico da Montefeltro.29 La grazia di cui godeva presso il duca, e le continue frizioni che si trovava ad affrontare nella sua mansione di abate, lo convinsero quindi ad abbandonare tale carica, e a porsi al servizio di quel Signore, il che avvenne nel 1609. Ritornato in patria Baldi diviene uomo di corte, ed è incaricato di svolgere importanti incarichi, lo troviamo infatti nel 1612 come ambasciatore del duca d'Urbino a Venezia, dove presenzia alla proclamazione del nuovo doge. In questi stessi anni alcune delle sue opere vengono stampate in Germania, tra queste sono anche i due lavori su Vitruvio, per diretto interessamento di Marcus Welser.30 E in Germania fu anche pubblicata, la traduzione della Belopoeeca di Erone.31 L'opera di Erone fu anche l'ultima fatica stampata essendo ancora vivo l'autore, il quale negli ultimi anni della sua vita, dopo aver composto la biografia del successore di Federico di Montefeltro, Guidobaldo I duca d'Urbino,32 si dedicò con tutte le sue forze alla stesura di un gigantesco dizionario geografico, ma prevenuto dalla morte il 10 ottobre 1617 non poté portare a termine quest'ultimo progetto.

Note a piè pagina

Federico Commandino, 1509–1575.

Erone di Alessandria, I d.C.

Genio, overo la misteriosa peregrinatione, Serrai 2002, 174–175.

Emanuel Margunios, 1549–1602.

Pietro Catena, 1501–1576.

Giacomo Contarini, 1536–1595.

Guidobaldo del Monte, 1545–1607.

Ferrante II Gonzaga di Guastalla, 1563–1630.

Nulla si sa di questo personaggio.

Marcus Vitruvius Pollio, I a.C.

Vespasiano Gonzaga di Sabbioneta, 1531–1591.

Orazio del Monte, ca. 1570–1614.

Pier Matteo Giordani, ca. 1556–1636.

Lettera del 3 novembre 1608, riportata in Affò 1783, 222.

Cinzio Aldobrandini Passeri, 1551–1610.

Giovan Battista Raimondi, 1536–1614.

Francesco Maria II della Rovere, 1549–1631.

Federico da Montefeltro, 1422–1482.

Marcus Welser, 1558–1614.

Guidobaldo I da Montefeltro, 1472–1508.